lunedì 31 ottobre 2011

Per amarti



Per amarti, ho ceduto
il mio cuore al destino.

Non potrai più liberarti
- non potrò più liberarmi! -
dal destino dell'amore!
Non lo penso, non lo senti;
io e tu siamo tu ed io,
come il mare e come il cielo
sono cielo e mare, senza amore.
Come la brezza, mi ricordi
il vento;
come il ruscello, mi ricordi
il mare;
come la vita, mi ricordi
il cielo;
come la morte, mi ricordi
la terra.

Juan Ramòn Jiménez

sabato 29 ottobre 2011

Le affinità tra Calcio e Cucina



C. Che ci fa lei qui?
A. Devo tenere una conferenza.
C. No, la conferenza la devo tenere io!
A. Come lei? Io!
C. No, io.
A. No, io, eh.
    Va bene. Allora facciamo così: io mi siedo da questa parte e lei da quella. Chi vuol sentire la conferenza di cucina, segue lei, chi si interessa di calcio sentirà me. D' accordo?
C. D' accordo!
A. Signore e signori, siamo qui riuniti questa sera per parlare delle regole fondamentali del calcio. Per prima cosa devo dirvi che i giocatori sono 11 e sono tutti
C. salami e, dopo averli ben cotti, li mettete in gustosi panini con un contorno di fagiolini, quindi aggiungete
A. il centroavanti. Dopo di che si tira il calcio di rigore e se il pallone entra in porta si prende il portiere
C. e lo si mette in padella con le cipolle. Quindi tagliate a pezzettini
A. l' arbitro, dopo che ha fischiato la punizione. Naturalmente non dovete dimenticare di considerare l'allenatore, il quale
C. dovrà essere pestato e salato, quindi fritto e dato in pasto
A. al pubblico, che, fischiando contro la propria squadra, provvocherà una
C. frittata con gli spinaci e verrà sbattuta sulla
A. faccia dell' arbitro. Anche i difensori devono raccogliere il pallone e rinviarlo al centrocampo, dove i giocatori saranno
C. pieni di patate americane. Eh sì, le patate americane sono le migliori: queste, fritte o fatte in purè, si mangeranno benissimo con il prosciutto cotto e il
A. portiere.
C. Non dimenticate, infine, di spalmare burro e marmellata lungo
A. i bordi del campo e sugli stessi guardalinee!

L'ho travata nel quaderno delle ricette di mia mamma.
Carina, eh?!

venerdì 28 ottobre 2011

Io Vorrei... Non Vorrei... Ma Se Vuoi...



Dove vai quando poi resti sola
il ricordo come sai non consola
Quando lei se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
a guarirmi chi fu
ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei non vorrei ma se vuoi

Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto

Dove vai quando poi resti sola
senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai

Oramai fra di noi solo un passo
Io Vorrei... Non Vorrei... Ma Se Vuoi...

Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto

Io Vorrei... Non Vorrei... Ma Se Vuoi...

Lucio Battisti - Io Vorrei... Non Vorrei... Ma Se Vuoi...




giovedì 27 ottobre 2011

La gente perfetta



Io non amo la gente perfetta,
quelli che non sono mai caduti,
che non hanno inciampato.
La loro è una virtù spenta, di poco valore.
A loro non si è svelata la bellezza della vita.

Boris Pasternak

mercoledì 26 ottobre 2011

Il mistero, sorgente di arte e scienza



La cosa più bella con cui possiamo entrare in contatto è il mistero.
E’ la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza

Albert Einstein

martedì 25 ottobre 2011

I ragazzi che si amano



I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia e il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

Jacques Prèvert

lunedì 24 ottobre 2011

Dove sono gli amici, là sono le ricchezze



"Dove sono gli amici, là sono le ricchezze"
Plauto

Oggi come tempo fa: spulciando qua e là tra qualche vecchio file ho trovato questo, scritto circa 4anni fa...
Cambiata? Sono peggiorata!!!...anche se faccio quello che posso:(
Chiara ti voglio bene!!!

Vedere la propria amica triste è davvero sconfortante, specie se tu hai, in parte, causato quella tristezza.
A quell'amica voglio davvero un bene che neanche se lo immagina. E non riesco a dimostrarglielo.
Col ragazzo che ha conosciuto grazie a me/a causa di me è finita; l'ambiente famigliare, nel quale vive, non è tra i più confortanti; infine, ha un'amica che, quando ha bisogno di lei, non c'è mai: me.
Mi dispiace...Cos'altro potrei dirle? Fare promesse che tanto so già in partenza che non rispetterei?
Forse il giusto percorso è lavorare sulle cause, ma la strada si preannuncia difficile.
Al di là di tutto, al di là delle mie assenze, delle mie mancate risposte al telefono e ai messaggi, vorrei che sapesse che, se mi potessi dividere in più parti, una di queste starebbe solo con lei, solo per lei, sempre accanto a lei.
Non potendo, almeno cercherò di farle capire che è sempre nella mia mente, che è sempre nel mio cuore.

Non bisogna trascurare le persone che si amano, perché rappresentano la vera spinta che ti fa andare avanti, a testa dritta, nella vita di tutti i giorni, sono coloro che ti sostengono nelle cadute e si compiacciono delle tue ascese.

Tu non essere da meno, fai il massimo di ciò che puoi e, se sarà poco, esse capiranno: solo gli amici ne sono capaci.

Sunwand

domenica 23 ottobre 2011

84° Giornata Missionaria Mondiale



"Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi"
Vangelo di Giovanni 20,21

La missione fa parte della natura della Chiesa ed è compito di ogni cristiano. Il Vangelo è un dono così prezioso che non possiamo tenere egoisticamente per noi. E mentre comunichi agli altri la tua fede, si accresce nel tuo cuore:
"la fede si rafforza donandola"
Redemptoris Missio, n. 2

Destinatari della missione sono tutti, il mondo intero: quelli che non conoscono Cristo e quelli che hanno rifiutato Cristo vivendo in una società scristianizzata, cristiani solo di nome e popoli che professano altre religioni. Perché Cristo è venuto per salvare tutti.
Perché Cristo non è semplicemente "una" via, ma "la" Via;
non è semplicemente "una" verità, ma "la" Verità.
La missione verso gli uomini di altre religioni comincia con l'ascolto, la comprensione, il rispetto, il dialogo.

"Il dialogo inter-religioso fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa"
Redemptoris Missio, n. 55

Con il dialogo "la Chiesa intende scoprire i "germi del Verbo", i raggi della verità che illumina tutti gli uomini"
Redemptoris Missio, n. 56

E a partire da questi bagliori bisogna presentare Cristo, che ne è la fonte perché è "la Luce del mondo". 

Infine, l'evangelizzazione non va mai disgiunta dalla promozione umana e dalla testimonianza di vita cristiana:
non basta essere credenti, bisogna essere credibili.

fonte:
Mons. Giuseppe Greco

venerdì 21 ottobre 2011

Tendere cavi sui precipizi



Chi è fiero della propria paura
osa tendere cavi sui precipizi;
si lancia all'assalto dei campanili;
allontana e unisce le montagne.

Ecco il viaggio da fare:
alzati quando il filo si mischia
alla carta del cielo…

Il filo non è ciò che si immagina.
Non è l'universo della leggerezza,
dello spazio, del sorriso.
È un mestiere sobrio, rude, scoraggiante.

E chi non vuole intraprendere una lotta accanita
di sforzi inutili, pericoli profondi, trappole,
chi non è pronto a dare tutto per sentirsi vivere,
non ha bisogno di diventare funambolo.
Soprattutto non lo potrebbe.

Philippe Petit: Trattato di funambolismo

giovedì 20 ottobre 2011

L'intelligenza del cuore




Riconoscere la felicità quando è ai tuoi piedi, avere il coraggio e la determinazione di abbassarsi per prenderla fra le braccia e custodirla. Questa è l'intelligenza del cuore. L'intelligenza senza cuore non è altro che logica e non è un gran che.

Marc Levy (scrittore francese) - Se solo fosse vero

mercoledì 19 ottobre 2011

Non avere paura



Eh,si.. purtroppo molto spesso non ci gustiamo la vita fino in fondo, pensando a quale sia la cosa migliore da fare, quale sia la scelta giusta per non deludere gli altri o le persone a noi care, tralasciando quello che noi vogliamo fare veramente...quello che vorremmo fare ma abbiamo paura di farlo...una paura che non ci deve essere se si vuole veramente vivere; ma purtroppo non sempre è facile mettere in pratica quello che si dice, quello che si pensa. Bisognerebbe osare di più ma IN MODO INTELLIGENTE, non buttando via la vita per della scemenze...non solo osare di più nella vita ma anche nell'amore e nelle amicizie. Ma molto spesso non si ha il coraggio di farlo per paura (cavolo questa paura..è sempre nel mezzo!) di soffrire, di essere delusi. E così ci si limita, si perdono tante occasioni per vivere una storia importante, un amore importante o più semplicemente un'amicizia vera.

Come si fa?

Penso che il problema non sia tanto il buttarsi, quanto a sopravvivere dopo essersi gettati. Infatti, la paura di farlo, deriva dalle scottature che si sono ricevute almeno una volta nella vita, dopo che ci si è buttati in qualche cosa.
Resistere dopo. Continuare ad avere il coraggio di sbagliare di nuovo. Imparare a non farsi troppo male. Forse esagero, ma bisogna FREGARSENE delle delusioni o di tutto il resto. Devi fare quello che ti senti, senza farti prendere dalle paranoie...già, come fare?
Non sto dicendo di essere superficiale, ma di lasciare partire da noi stessi tutte le preoccupazioni, tutti i rancori, tutte le cose che ci tormentano dentro e ci fanno star male, lasciarle andare e quando ci troviamo in mezzo, sopportale: così facendo piano piano si impara a fregarsene e a non darci troppo peso. Non bisogna avere paura di sprecare occasioni, fare scelte sbagliate, non essere all’altezza di qualcosa.
Le conseguenze?
Si può sbagliare, è vero (e, miseriaccia, solo Dio lo sa quanti sbagli facciamo!!), ma bisogna ricordarsi che si può sempre rimediare, avere altre occasioni, imparare tralasciando l’amaro e prendendo le cose dolci.
Attenzione. Non parlo di non avere la testa attaccata al collo, come si suol dire. Non parlo di chi si droga, beve o si lascia contagiare da atteggiamenti incoscienti e stupidi, di chi tenta alla propria vita o di quella altrui.
Parlo di chi non azzarda nell'amore, nell'amicizia, nel lavoro, nell'aiutare gli altri, di chi ha paura che mettersi a servizio di qualcuno o di una comunità sia solo avere beghe, dispiaceri, teme di non essere apprezzato o altro, trascurando gratificazioni, nuove esperienze, nuovi incontri, nuove gioie.
Se una storia d'amore non è andata a finire bene, non bisogna starci male più del dovuto: conserva dentro te i bei momenti e ciò che lui/lei ti ha dato, tutto quello che hai imparato e così via, per poi lasciare stare le tristezze e i cattivi pensieri che ti si accumulano dentro (malinconia, rimpianti...).
Se da un’amicizia non ricevi ciò che ti aspetti, cerca di capire che la persona che hai davanti è umana come te e come te, può sbagliare o può vedere la situazione da un altro punto di vista. Non darci troppa importanza.
Oltre a puntarti sui difetti o sulle mancanze degli altri, prova vedere se per caso c’è anche in te qualche difetto o mancanza: non si sa mai, magari trovandoli si riesce a migliorare e migliorare se stessi significa migliorare anche le relazioni. 
Non pensare di cambiare qualcosa di te per gli altri, per quelli che non se lo meritano, ma cambia per amare te stesso un po’ di più. 
Vivi tranquilla la vita, senza farti strippate inutili e occupati solo di quei problemi che contano davvero.

"Il rischio nella vita è quello di non aver mai rischiato"
Richard Bach - Il gabbiano Jhonathan Livingston

Sunwand - vecchie mail

martedì 18 ottobre 2011

La guerra imbarbarisce



La guerra imbarbarisce perché,
per combatterla,
occorre indurirsi verso ogni rimpianto
e attaccamento a valori delicati,
occorre vivere come se
questi valori non esistessero;
e, una volta finita,
si è persa ogni elasticità
di tornare a questi valori.

Cesare Pavese - 09/09/39

lunedì 17 ottobre 2011

Signore, fammi strumento



Signore,
fammi strumento della tua pace:
dov'è odio, ch'io porti amore,
dov'è offesa, ch'io porti il perdono,
dov'è discordia, ch'io porti l'unione,
dov'è dubbio, ch'io porti la fede,
dov'è errore, ch'io porti la verità,
dov'è disperazione, ch'io porti la speranza,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.
Signore,
fa che io cerchi
di consolare più che di essere consolato,
di comprendere più che di essere compreso,
di amare più che di essere amato,
poiché dando si riceve,
perdonando si è perdonati,
morendo si resuscita a vita nuova.

San Francesco

domenica 16 ottobre 2011

L' ora della verità



Quando un popolo
divorato dalla sete della libertà
si trova ad avere a capo
dei coppieri che gliene versano quanto ne vuole,
fino ad ubriacarlo,
accade allora che,
se i governanti resistono
alle richieste dei sempre più esigenti sudditi,
son dichiarati tiranni.
E avviene pure che
chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori
è definito un uomo senza carattere, servo;
che il padre impaurito
finisce per trattare il figlio come suo pari,
e non è più rispettato,
che il maestro non osa rimproverare gli scolari
e costoro si fanno beffe di lui,
che i giovani pretendono gli stessi diritti,
la stessa considerazione dei vecchi,
e questi, per non parer troppo severi,
danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà
nel nome della medesima,
non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza
nasce e si sviluppa la mala pianta:
la delinquenza.

Platone - La Repubblica - libro 8

sabato 15 ottobre 2011

Canta il sogno del mondo



Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta
(nessuno saluta
del condominio,
ma neppure per via).
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai
godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
- se necessario –
dividi.
E vai,
vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta. 
Vai di paese in paese
e saluta
saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato.

Padre David Maria Turoldo

venerdì 14 ottobre 2011

Sono orchi???



Lui, 35 anni, impegnato e apprezzato nel mondo dei ragazzi e dei bambini come animatore, lui, coi suoi numerosi spettacoli teatrali per bambini, lui, trovato seminudo "in atteggiamento non equivocabile" nella sua camera da letto; dall'altra parte il bambino, 5anni, affidato all' "uomo cattivo" dai servizi sociali, trovato nella camera da letto con l'uomo.
Primo, come si può affidare un bambino a un single senza i dovuti controlli?
Secondo, perchè affidarlo a lui, se precedentemente era stato denunciato per molestie a un disabile di 25 anni?
Terzo, com' è possibile pensare di abusare un bambino o un disabile? Come si può pensare di violentare una bambina di 3 anni, un bambino di 4 o 5 o 6 anni? Perché violentare una donna, un disabile o , comunque, chi è più debole o indifeso? Come si può?!!!

Galera, cura psichiatrica o castrazione chimica. Reato, malattia oppure ossessione?

Sunwand

giovedì 13 ottobre 2011

Mai, mai abbattersi!



“...E ora so che dobbiamo innalzare la vela e cogliere i venti del destino ovunque essi guidino la nave...”

Mai, mai abbattersi.

Ciascuno ha il diritto di percorrere la propria strada al di là delle delusioni e degli sconforti.
Mai farsi abbattere dal pessimismo. Mai.
Se noi smettessimo di sognare e di sperare, cosa ci rimarrebbe in mano?
Molti potrebbero rispondere che, senz'altro, non ci sarebbero più ferite, più lacrime...Eppure, se guardiamo bene, senza il nostro fottutissimo ottimismo, che mille volte qualcuno ha maledetto, dandoci dell' ingenuo e del masochista, noi non avremmo vissuto momenti indimenticabili, istanti in cui abbiamo toccato il cielo con un dito, non avremmo vissuto davvero. Perché, se eliminiamo quei ricordi dalla nostra testa, quegli attimi saranno vuoti.

Ottimismo è anche fiducia.
Bisogna buttarsi,
al di là delle paure di ricevere nuove ferite,
poi,
se tutto crolla,
è semplicemente finito,
chiuso.

Ci si alza alla mattina, la testa ritorna sulla fregatura appena presa, ci si strazierà ancora, fino a quando ci volteremo e vedremo qualcosa di nuovo che attirerà la nostra attenzione e saremo pronti a gettarci nuovamente.

Sunwand


[...]Poichè l'amore mi venne offerto ed io fuggii dalla sua delusione; Il dolore bussò alla mia porta ma io avevo paura; l'ambizione mi chiamò ma ero atterrito dai suoi rischi. Pure tutto il tempo avevo fame di un significato nella vita. E ora so che dobbiamo innalzare la vela e cogliere i venti del destino ovunque essi guidino la nave. Dare significato alla vita può portare alla follia, ma la vita senza significato è la tortura dell'irrequietezza e del desiderio vago [....]

Edgar Lee Masters - George Gray - Antologia di Spoon River

La comprensione nasce dall'umiltà, non dall'orgoglio del sapere



Da qualche parte, non ricordo, non molto tempo fa, ho letto un motto degli indiani d'America  che diceva:"Prima di giudicare una persona, cammina per tre mesi nei suoi mocassini.". Viste dall'esterno, molte vite sembrano irrazionali, sbagliate, pazze. Finchè si sta fuori, è facile fraintendere le persone, i loro rapporti. Soltanto da dentro, soltanto camminando per tre lune nei loro mocassini, si possono comprendere le motivazioni, i sentimenti, ciò che fa agire una persona in un modo piuttosto che in un altro. La comprensione nasce dall'umiltà, non dall'orgoglio del sapere.

Susanna Tamaro - Va dove ti porta il cuore

martedì 11 ottobre 2011

Signore ho bisogno d’amare



La preghiera dell’adolescente

Signore, vorrei amare, ho bisogno d’amare.
Tutto il mio essere non è che desiderio:
il mio cuore, il mio corpo,
si protendono nella notte verso uno sconosciuto da amare.
Le mie braccia brancicano nell’aria verso uno sconosciuto da amare.
Sono solo mentre vorrei essere due.
Parlo e nessuno è presente ad ascoltarmi.
Vivo e nessuno coglie la mia vita.
Perché essere così ricco e non aver nessuno da arricchire?
Donde viene quest’amore? Dove va?
Vorrei amare, Signore, ho bisogno d’amare.
Ecco stasera, Signore, tutto il mio amore inutilizzato.


Ascolta, mio caro,
fermati,
fai, in silenzio, un lungo pellegrinaggio fino in fondo al tuo cuore.
Cammina lungo il tuo amore nuovo,
così come si risale un ruscello per scoprirne la sorgente.
E al termine, laggiù in fondo, nell’infinito mistero della tua
anima turbata, Mi incontrerai,
perché io mi chiamo Amore piccolo,
ed Io non sono altro che Amore, da sempre,
E l’amore è in te.
Io ti ho fatto per amare, per amare eternamente.
Ed il tuo amore sarà un altro te stesso.
Lei sta cercando;
Rassicurati, è già sulla tua strada,
In cammino da sempre,
Sulla strada del Mio Amore.
Bisogna aspettare il suo passaggio,
lei si avvicina,
tu ti avvicini,
vi riconoscerete,
perché Io ho fatto il suo corpo per te,
ho creato il tuo per lei,
ho fatto il tuo cuore per lei, ho creato il suo per te,
e voi vi state ricercando nella notte,
nella mia notte che diventerà luce
se voi avrete fiducia in Me.
Conservati per lei, piccolo mio,
come lei si conserva per te.
Io vi custodirò l’uno per l’altra,
e, giacché hai fame d’amore,
ho posto sul tuo cammino tutti i tuoi fratelli da amare.
Credimi, è un lungo tirocinio l’amore,
e non vi sono diverse specie di amore:
amare, vuol sempre solo dire abbandonare se stessi
per darsi agli altri …..
Signore, aiutami a dimenticarmi per gli uomini miei fratelli,
perché dando me stesso impari ad amare.

Michel Quoist - Preghiere

lunedì 10 ottobre 2011

Ti amo come se mangiassi il pane



Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

Nazim Hikmet

domenica 9 ottobre 2011

Auto auguri


Alzata, tirata d'orecchie, auguri, Messa con Luca, pranzo esagerato (super esagerato) fatto dalla mamma, pomeriggio a giocare a Trivial....dovevamo andare a camminare: il freddo e la grandine l'hanno impedito....la Vale con i pasticcini, pizza, cena, film. Mal di pancia: ho mangiato troppo!!! Mi sono fatta una limonata.
22 anni!!!oddio....ieri ne avevo compiuti 18...eheh, mi sembrava! Non ci credo...però!!!Sono ancora giovane: tutto quast'anno sentirmi attorno ragazzi che dicono che ne hanno già 22 e vanno per i 23....e io ancora 21!!!Giovane!!!
Auguri alla giovinezza, alla sua incoscienza, ai suoi sogni, ai suoi progetti, auguri alla vita, perché ci riservi la possibilità di goderla, di viverla, di combattere per lei...
Grazie a Dio, per tutti i doni che mi ha fatto, per tutto ciò che mi ha regalato, per tutto l'amore che mi ha dato.....che mi ha e che tuttora mi fa, mi regala e mi da; grazie ai miei genitori, a Luca, agli amici, vecchi e nuovi, vicini e lontani.

Auto auguri Daniela!!!:)

Sunwand

venerdì 7 ottobre 2011

Desiderata



La leggenda:
ci sono nel mondo nove "Desiderata". Al momento ne sono state ritrovate tre: la prima (la più antica) scritta in sanscrito ritrovata in India, la seconda ritrovata nella vecchia chiesa di Saint Paul a Baltimora nel 1962, la terza ritrovata in Bretagna nel 1998, sull'isola di Groix, in una casupola in pietra di pescatori a picco su un promontorio chiamato "Trou de L'enfer". 
L'autore di "Desiderata" si reincarnerebbe ogni secolo, dice la leggenda, ed in ogni secolo lascia il suo messaggio. Questo secolo dovrebbe essere l'ultimo e poi la sua anima sarà libera dal ciclo delle rinascite. Non conoscendo la versione indiana ecco le rimanenti due. 

DESIDERATA (Groix)

Procedete con calma nell'inquieto cammino della vita, e nel suo manifestarsi passate fra il frastuono e la fretta, senza dimenticare quanta pace possa celarsi nel vostro ascolto interiore.
Se vi è possibile, non abbassatevi a mortificanti compromessi; cercate invece di essere in buoni rapporti con le cose e le persone che vi circondano: voi siete parte del tutto.
Esponete le vostre opinioni parlando sempre con tranquilla chiarezza e in spirito di Verità e Amore, ma non dimenticate di ascoltare gli altri: anche i noiosi e gli ignoranti hanno un'esperienza da comunicare.
Siate consapevoli delle persone che vi circondano, in particolare quelle volgari ed aggressive; esse, prive di dignità e conoscenza, opprimono lo spirito.
Nel gioco della mente, paragonandovi agli altri, cresce in voi orgoglio ed acredine, poiché sempre esisteranno persone più in alto e più in basso di voi.
Rendete onore ai vostri successi come ad ogni sconfitta, e sappiate che il vostro lavoro è ciò che realmente possedete per cambiare o sviluppare la vostra coscienza; custodite perciò con Amore il suo interesse.
Per quanto umile, esso può realmente mutare il senso del costruire ogni cosa, ma sappiate gioire di tali fatiche, poiché più in alto sarà il Regno dei Cieli.
Imparate tuttavia a discernere, di modo che il conoscere non accechi la vostra capacità di saper distinguere la virtù.
Molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque il mondo è colmo di eroi.
Siate voi stessi, e soprattutto non fingete negli affetti, né ostentate cinismo verso l'Amore.
Ponete fiducia in ciò che amate veramente.
L'Amore e perenne come il sempreverde e come petali al vento ,danza, a dispetto di tutte le aridità e disillusioni.
Nell'imbrunire della vita, accettate benevolmente gli ammaestramenti dell'età, lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltivate la forza dello spirito nella costante ricerca del vostro sé interiore, affinché possiate affrontare con maestria le prove della vita.
Non tormentatevi con l'immaginazione; molte paure nascono dall'ignoranza, e, a volte, da stanchezza e solitudine.
Al di là di una disciplina interiore, siate tranquilli e tolleranti con voi stessi e gli altri: voi siete i figli dell' Universo non meno degli alberi e delle stelle; voi avete diritto di essere qui poiché fa parte del vostro programma di vita, quello che voi stessi avete scelto per la vostra evoluzione.
Che vi sia chiaro o no, non vi è dubbio che l' Universo vi si stia schiudendo come dovrebbe.
Siate pertanto in pace con il vostro D-IO interiore, e qualunque siano le vostre intime aspirazioni, conservate la calma nell' inevitabile chiassosa manifestazione dell'esistenza.
La vostra vita, con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati ed i sogni infranti è pur sempre degna di essere vissuta.
Ponete l'attenzione alla ricerca costante del vostro essere.
SIATE FELICI QUI ED ORA.
Il tempo e lo spazio, altro non sono che la velocità con la quale vivete l'esistenza terrena, ma ciò non illuda la vostra capacità di percepire quanto sia effimero, poiché il fine ultimo del vivere la realtà nella materia è di trascendere ogni cosa affinché, liberi dal gioco delle rinascite, possiate vivere la vostra essenza come manifestazione di luce.
Possa la luce irradiare il vostro cammino, possa la vostra luce essere vita per chi vi circonda.

DESIDERATA (Baltiomora)

Procedi con calma in mezzo al fragore ed alla fretta. Ricorda sempre quale pace può esserci nel
silenzio.
Per quanto ti possibile, senza arrenderti, sii sempre in buoni rapporti con il tuo prossimo.
Manifesta la tua verità con tranquillità e chiarezza; e presta ascolto agli altri, anche agli
sciocchi ed agli ignoranti : perché anche essi hanno una loro storia.
Evita le persone rumorose ed aggressive: esse rappresentano delle irritazioni per lo spirito. Non
ti paragonare ad altri perché potresti diventare vanitoso ed amaro, perché esisteranno persone
superiori e inferiori a te stesso.
Goditi sia i successi che i progetti.
Mantieniti sempre interessato alla tua carriera, per quanto umile essa sia: essa rappresenta una
vera e propria ricchezza nelle mutevoli fortune del tempo. Sii sempre
Cauto nei tuoi affari poiché il mondo è pieno di inganni. Ma non lasciare mai che ciò ti renda
cieco verso quello che è la virtù: molta gente lotta per degli alti ideali; e dovunque la vita è
costellata di atti d'eroismo.
Sii sempre te stesso. In particolar modo non fingere affetto. E non essere neppure cinico nei
confronti dell'amore, in quanto, di fronte a tutte le aridità e le disillusioni, esso è eterno
come l'erba.
Prendi benevolmente i consigli che ti derivano dall'esperienza degli anni e abbandona garbatamente
le cose della giovinezza. Alimenta continuamente la forza dello spirito per proteggerti dalle
avversità improvvise. Ma non angustiarti con delle chimere.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una sana disciplina, sii
sempre garbato con te stesso.
Tu sei un figlio dell'universo, non meno di quanto lo siano gli alberi e le stelle. Tu hai diritto
di essere qui. E, ti sia chiaro o no, non c'è dubbio che l'universo prima o poi ti si aprirà come
dovuto.
Perciò sii in pace con Dio, qualsiasi cosa tu creda Egli sia, e quali che siano i tuoi compiti e
le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita mantieniti in pace con la tua anima.
Con tutte le sue falsità, le sue ingratitudini ed i suoi sogno infranti, questo rimane pur sempre
un mondo meraviglioso. Sii prudente e fa di tutto per essere felice.

Nota sulla DESIDERATA di Baltimora
     Si dice che l'autore di questa versione sia Max Ehrmann, poeta e avvocato diTerre Haute, nell’Indiana, USA, che visse dal 1872 al 1945, che la scrisse attorno al 1920. L'avrebbe scritta nel suo diario con l’ambizione di lasciare ai futuri lettori qualcosa che fosse di insegnamento.
     Pochi anni dopo la sua morte, il reverendo Frederick Kates, rettore della chiesa di San Paolo in Baltimora, Maryland, ebbe l’idea di usare la poesia ad uso e consumo dei suoi fedeli in un libretto di preghiere. Qualche anno prima l’aveva scoperta e gli era piaciuta. In testa al foglio aveva scritto l’annotazione riferita alla data di costruzione della sua chiesa, “Old St. Paul’s Church, Baltimore A.C. 1692.
     Diverse trascrizioni passarono di mano in mano per diversi anni e quando la poesia apparve a stampa il primo tipografo riferì l’iscrizione A.C. 1692 alla poesia e non alla chiesa, aggiungendovi un gusto di antico nonostante il fatto evidente che lo stile della lingua usata non fosse affatto del tempo. Negli anni la poesia è diventata famosa in occasione della guerra in Corea, insieme al noto slogan degli anni sessanta “Fate l’amore, non fate la guerra”.
     D’allora ne è susseguita anche una disputa sui diritti di autore con varie sentenze di diverse tribunali americani visto e considerato che la poesia è stata stampata in molte edizioni ed è in vendita variamente aggraziata da disegni, immagini e altri richiesti spirituali in tutte le chiese e musei sia in Inghilterra che negli USA. Ne sono state fatte anche diverse trascrizioni sfruttando il filone letterario e sentimentale del lettore. 
     Al di là di come si sono svolte le cose, che non è di fondamentale importanza, si tratta comunque di una bellissima poesia.

Parlaci dell' Insegnamento



E un maestro disse:
Parlaci dell' Insegnamento.
E lui disse:
Nessuno può insegnarvi nulla
se non ciò che già sonnecchia nell'albeggiare della vostra conoscenza.
Il maestro che cammina all'ombra del tempio
tra i discepoli non elargisce la sua sapienza,
ma piuttosto la sua fede e il suo amore.
E se davvero è saggio,
non vi invita ad entrare nella dimora del suo sapere,
ma vi guida alla soglia della vostra mente.
L'astronomo può dirvi ciò che sa degli spazi,
ma non può darvi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi la melodia che è nell'aria,
ma non può darvi l'orecchio che fissa il ritmo,
né l'eco che rimanda il suono.
E colui che è esperto nella scienza dei numeri
può descrivervi il mondo del peso e della misura,
ma oltre non può condurvi.
Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E così come ognuno è solo nella conoscenza di Dio,
ugualmente deve in solitudine conoscere Dio e comprendere la terra.

Kahlil Gibran - Il Profeta

giovedì 6 ottobre 2011

La donna è il luogo della riconciliazione



La donna è il luogo della riconciliazione, è dove il Mistero della vita si incontra e diventa uno. Dio ha accettato questo luogo di incontro e di unità e si è umilmente rivolto a lei per potere nascere.
L'umanità non ha ancora riconosciuto e tanto meno accettato la donna come luogo di riconciliazione, per questo la storia dell'umanità è ancora lontana dal suo compimento.

Don Sirio Politi

martedì 4 ottobre 2011

Ragione, Stagione o Per Sempre




Alcune persone entrano nella tua vita per una ragione, altre per una stagione, altre per sempre. Quando scoprirai quale di queste tre, saprai anche cosa puoi fare per queste persone.

Quando qualcuno entra nella tua vita per una RAGIONE, di solito lo fa per venire incontro ad un bisogno che tu hai espresso.
Arriva per assisterti nel superare una difficoltà, per portarti guida e sostegno, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente.
Può anche sembrarti mandato da Dio e magari lo è.
C’è per la semplice ragione che tu hai bisogno che ci sia!
Poi, senza che tu ti comporti male nei suoi confronti, oppure nel momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa che porterà il vostro rapporto ad una fine.
Può morire. Può andarsene. Può costringerti con il suo comportamento a prenderti una pausa.
Quello che dobbiamo capire è che il nostro bisogno è stato soddisfatto, il nostro desiderio è stato realizzato, il suo lavoro è finito.
La preghiera che avevi rivolto è stata esaudita ed ora è tempo di guardare avanti.

Alcune persone entrano nella tua vita per una STAGIONE, perché è arrivato il tuo turno di condividere, crescere o imparare.
Ti fanno vivere un’esperienza di pace, oppure semplicemente ti fanno credere.
Possono insegnarti qualcosa che non hai mai fatto.
Di solito ti regalano un’incredibile gioia.
Ma solo per una stagione!

Chi entra nella tua vita PER SEMPRE, lo fa per insegnarti cose che contribuiscono a darti una solida base emotiva.
Il tuo compito è di accettare la lezione, amare questa persona e mettere ciò che hai imparato al servizio di tutte le altre relazioni e di tutti gli ambiti della tua vita.

Si dice che l’amore è cieco, ma l’amicizia è chiaroveggente.

Grazie per essere una parte della mia vita,
sia che tu lo sia stato per 
una ragione,
una stagione
o per sempre!

Dedico questo testo a Luca, la persona che amo; a Chiara, che ci ha fatto conoscere e che ormai da otto anni mi consola, mi ascolta, mi sta accanto, a lei che cerca (oltre a me:) ) la persona per sempre; a Claudia con cui ho condiviso scorribande adolescenziali :) e che strama Omar...; a tutte le amiche e gli amici, che mi hanno insegnato, mi hanno aiutato, che mi hanno sgridato, che mi hanno difeso, che mi hanno voluto bene, che mi hanno perdonato...
Sunwand

Innamoratevi!



Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto... morto!
Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto...
Dilapidate la gioia, sperperate l'allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza!
Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ!

Roberto Benigni

lunedì 3 ottobre 2011

Chiesi a Dio



Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi
ed egli mi rese debole per conservarmi nella mia umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese
ed egli mi ha dato il dolore per comprenderle meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto
e mi ha lasciato povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me
ed egli mi ha dato l'umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita
e mi ha lasciato la vita perché io potessi essere contento di tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che feci furono esaudite.
Sii lodato, o mio Signore:
fra tutti gli uomini nessuno possiede più di quello che ho io!

Kirk Kilgour

L'11 febbraio del 2000 in Piazza San Pietro a Roma al Giubileo degli Ammalati recita davanti a Papa Giovanni Paolo II, dalla sua sedia a rotelle, una preghiera che lui stesso ha composto.

domenica 2 ottobre 2011

Assieme a una nuova vita nasce una possibilità di cura - DONA IL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE


Cos’è?

È il sangue che rimane nel cordone ombelicale e nella placenta dopo la recisione del cordone ombelicale alla nascita. Questo sangue, che normalmente viene scartato assieme alla placenta, è la terza fonte, dopo il midollo osseo e il sangue periferico (cioè il sangue circolante nei vasi sanguigni), di cellule staminali emopoietiche, cellule che generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine, utili alla cura di malattie del sangue e del sistema immunitario.

Perché?

Per aumentare le possibilità di cura delle persone affette da patologie trattabili solo attraverso un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Il sangue cordonale viene principalmente utilizzato per curare bambini o adulti di basso peso poiché la quantità di cellule staminali che contiene è molto inferiore a quella presente nel midollo osseo e nel sangue periferico e quindi non sempre è sufficiente per un trapianto in persone che superano i 50 chilogrammi di peso.

Per quali malattie?

Malattie tumorali del sangue (es. leucemia e  linfomi - tumori del sistema linfatico;
patologie non tumorali come talassemia (malattia ereditaria del sangue), l’aplasia midollare (mancata produzione delle cellule del sangue);
immunodeficienze congenite (mal funzionamento del sistema immunitario che causa una maggiore predisposizione alle infezioni);
per curare persone sottoposte a chemioterapia o terapia radiante ad alte dosi.
Non ci sono invece evidenze scientifiche di provata efficacia sull’utilizzo del sangue cordonale per la cura di malattie croniche degenerative quali il diabete, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica.

Chi può donare il sangue?

Le partorienti che, nel corso della gravidanza e sulla base del loro stato di salute, siano risultate idonee alla donazione.
Il Ministero della salute ha indicato alcune controindicazioni alla donazione che possono emergere al momento del parto e quindi rischiare di rendere non idoneo il sangue raccolto: la durata della gravidanza inferiore a 35 settimane, lo stato febbrile della puerpera al momento del parto, malformazioni congenite nel neonato, rottura delle membrane da più di 12 ore prima del parto.

Rischi?

La donazione non comporta rischi né per la mamma né per il neonato. Solo dopo aver reciso il cordone ombelicale viene prelevato il sangue contenuto al suo interno. La donazione non è quindi dolorosa e non si sono mai registrati casi in cui donare il sangue cordonale abbia causato problemi di salute alla madre o al neonato. La donazione non sottrae al bambino in alcun modo risorse di sangue: infatti, in assenza della donazione, il sangue contenuto nel cordone reciso viene smaltito.

Come donarlo?

Le donne che desiderano donare il sangue del cordone ombelicale possono rivolgersi al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale in cui partoriranno per manifestare la propria volontà alla donazione. La donazione è anonima e gratuita. Le mamme potranno, comunque, anche al momento del parto, riconsiderare la loro decisione. L’iter prevede il colloquio della futura mamma con un medico, per verificare che sussistano tutte le condizioni di salute necessarie alla donazione. Al momento del parto viene eseguito un prelievo di sangue alla mamma per gli esami obbligatori per legge (test infettivologici). Tra i 6 e i 12 mesi dopo il parto, la mamma e il neonato verranno sottoposti ad ulteriori controlli, necessari a confermare definitivamente l’idoneità del sangue prelevato. In particolare per il bambino è prevista una visita pediatrica per escludere la presenza di patologie ereditarie, mentre la mamma sarà sottoposta nuovamente agli esami del sangue eseguiti al momento del parto.

Come avviene la donazione?

La donazione è possibile sia dopo un parto naturale che dopo un parto cesareo, dopo la recisione del cordone ombelicale,  e  richiede la presenza in sala parto di personale appositamente formato e competente. Per raccogliere il sangue del cordone si applica un sistema che garantisce la massima sterilità. E per conservare il sangue si utilizzano sacche sterili monouso. Ad ognuna di queste sacche viene applicata un’etichetta con un codice a barre per garantirne la tracciabilità. Questo sistema di raccolta permette di ottenere per ogni donazione una quantità di sangue compresa tra i 50 e i 150 millilitri. Se la raccolta è inferiore a 50 ml, la donazione non può essere utile ai fini del trapianto.

Cosa succede al sangue donato?

Il sangue raccolto viene consegnato entro 36 ore alla “banca regionale del sangue cordonale”, struttura del Servizio sanitario regionale che ha il compito di analizzare, conservare e distribuire le sacche di sangue cordonale; qui il sangue viene “tipizzato”, cioè ne vengono studiate le caratteristiche genetiche e viene determinata la compatibilità del sangue donato con l’eventuale destinatario del trapianto. In media, circa il 60% delle sacche di sangue raccolte vengono scartate perché non contengono una quantità di sangue tale da garantire un numero sufficiente di cellule staminali necessarie per il trapianto. In questi casi, le donatrici vengono informate per iscritto dello smaltimento del sangue donato. Le sacche valutate idonee per trapianto vengono congelate e conservate in azoto liquido anche per 20 anni. La banca del sangue cordonale detiene i dati genetici del sangue donato e li trasmette al registro nazionale (IBMDR- Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo) ed internazionale (WMDA – Associazione Mondiale Donatori di Midollo). In questi grandi database elettronici, su richiesta del centro trapianti che ha in cura un malato, si esegue la ricerca delle unità di sangue compatibili.

A chi è destinato questo?

Nel nostro Paese, la donazione del sangue cordonale più diffusa e consolidata è la donazione per trapianto allogenico non familiare. Si attua anche un altro tipo di donazione di sangue cordonale: quella per trapianto allogenico familiare, la così detta donazione dedicata, per curare un consanguineo del neonato (fratello, sorella…). Infine, è possibile la conservazione per uso autologo, cioè destinata ad un eventuale uso a favore del bambino stesso che lo ha donato, ma è vietata in Italia perché non è stata ancora dimostrata la sua reale utilità, né in base alle conoscenze scientifiche né in base alla pratica clinica.

Uso autologo: perché è vietato?

Per ottenere migliori risultati nella cura di malattie del sangue (come la leucemia) è infatti preferibile usare cellule provenienti da una persona diversa dal malato, perché in questo modo si accresce l’effetto immunologico delle cellule trapiantate e quindi la possibilità di successo del trapianto. È stato dimostrato, inoltre, che alterazioni genetiche tipiche di alcuni sottotipi di leucemie infantili erano già presenti nel cordone dei bambini che hanno successivamente sviluppato la malattia: in questo caso il trapianto autologo sarebbe del tutto inutile. La conservazione per l’utilizzo autologo del sangue cordonale non è dunque attualmente giustificata. Inoltre, riduce ulteriormente le probabilità di trovare un’unità di sangue compatibile per la cura dei malati: solo aumentando il numero di donazioni si accresce la probabilità di avere unità di sangue cordonale idonee al trapianto. La conservazione per uso autologo è possibile solo presso banche private che lavorano con finalità commerciali millantando indicazioni terapeutiche scientificamente non dimostrate. Per ottenere l’autorizzazione all’esportazione del sangue cordonale per conservazione autologa è necessario presentare una richiesta al Ministero della salute italiano e farsi carico delle spese di prelievo, trasporto e conservazione. In nessun caso la conservazione autologa del sangue cordonale, rappresenta una pratica preventiva. Anche nell’ambito della Medicina rigenerativa, le cellule staminali che vengono utilizzate dai ricercatori, necessarie alla rigenerazione di vari tessuti ed organi, sono quelle presenti nell’individuo stesso anche in età adulta.

A chi si può chiedere informazioni?

Al proprio ginecologo,  agli operatori dei reparti di ostetricia, agli operatori del servizio trasfusionale dell’ospedale dove si effettua la donazione e della “banca regionale del sangue cordonale”.  Gli ematologi e i pediatri esperti in trapianto di cellule staminali emopoietiche sono i medici a cui rivolgersi per informazioni cliniche più dettagliate.

Fonte: opuscolo del servizio sanitario regionale Emilia - Romagna in merito
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