martedì 27 marzo 2012

Regala ciò che non hai



Occupati dei guai,
dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.
Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui tu sei privo.
Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso
quando hai voglia di piangere.
Produci serenità
dalla tempesta che hai dentro.
"Ecco, quello che non ho, te lo do".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia
a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua
nella misura in cui
l'avrai regalata agli altri.

Alessandro Manzoni

venerdì 23 marzo 2012

Farò della mia anima uno scrigno



Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Kahlil Gibran

mercoledì 21 marzo 2012

L'anello di Corzano

Chissà, forse avrete sentito parlare di Bagno di Romagna, paesino termale degli Appennini, tra la Romagna e la Toscana, forse avrete sentito parlare del suo Miracolo Eucaristico o forse niente di tutto ciò!

Tra Bagno di Romagna e San Piero in Bagno, che insieme formano un unico comune, si trova il santuario di Corzano, parecchie decine di metri più in alto.
Lo scorso anno, con amici, ho fatto questa suggestiva camminata in mezzo al bosco, partendo da San Piero e inerpicandomi su per Corzano, per poi salire ancora un po' fino a un quadrivio con la possibilità di scegliere per quale strada poter calare fino a Bagno e tornare, infine, a San Piero.


Salendo dalla stradina che fiancheggia la chiesa di San Piero ci si trova in un sentiero lastricato, i cui lavori di sistemazione sono ancora in corso ma stanno per finire. Il percorso si affaccia su campi ricchi di fiori e baciati quasi tutto il giorno dal Sole.


Proseguendo per il sentiero, voltandosi a guardare dietro, con l'occhio si abbraccia, dall'alto, l'intero paesino romagnolo.
In secondo piano l'E45, l'autostrada che collega Roma a Ravenna, taglia visivamente il paesaggio. L'infrastruttura, che si prepara a diventare autostrada, nel progetto originale, doveva proseguire da Ravenna fino a Venezia e, da qui, collegare la città veneta all'est Europa.
Si vedrà...le intenzioni sono buone ma servono anche i soldi!


Lungo il percorso sono presenti le 14 stazioni della via crucis in bronzo, opere di Carmelo Puzzolo,
"replica di quella realizzata dall' arti­sta per il Monte delle Apparizioni nel Santuario di Medjiugorje."
L'artista, classe 1934, è originario di San Piero e ha studiato a Firenze presso il Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti.


E' l'associazione "Il Faro di Corzano" che sta recuperando l'antica mulattiera, il sentiero, cioè, che conduce a Corzano.


Dopo circa 1,2 km dalla partenza si arriva al santuario, quasi interamente realizzato in pietra, di forma asimmetrica.
"Il Santuario è sorto nella metà dell'Ottocento per venerare e conservare l'immagine della "Madonna col bambino", raffigurata in un affresco quattrocentesco all'interno di una chiesetta..."


Di fronte al Santuario si trova un parco aperto a varie possibilità ricreative e i ristoro oltreché di riposo, in una pace e in un silenzio rotto solamente dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie.



Santuario "...che si ergeva tra le rovine di un castello, appartenuto ai Conti Guidi di Bagno,"
rovine che
"ancor oggi giganteggiano sulla valle: meritano una visita gli imponenti tratti di mura e la cisterna della rocca...".
"Su questo colle (678 slm), natura, fede e storia s’intrecciano in modo suggestivo."






Arrivati al quadrivio, possiamo andare dritto, superando lateralmente una sbarra di ferro: la strada, infatti, permette il passaggio dei mezzi della forestale e di chi si occupa del mantenimento dell'area.
Si può, oppure, salire nel stretto sentiero a destra, che metri più avanti sì riunirà al primo. Questo secondo percorso, nonostante sia più angusto rispetto al primo, è molto più suggestivo e incantevole, quindi lo consiglio altamente!



Poco tempo dopo intrapreso questo sentiero in salita, inizia la discesa che conduce ad un antico e ormai perduto paesino, oggi rudere e mimetizzato tra la vegetazione. Questi edifici, alcuni davvero grandi, sono testimonianza di come un tempo i villaggi fossero autosufficienti, di come ogni servizio necessario fosse presente.
Ammetto che non conosco la storia di questo specifico posto ma so che in questa zona, specie in un crinale vicino, ci sono diversi villaggi e case abbandonate non tanto per la mancanza di un qualcosa ma perché la popolazione venne pagata per spostarsi dalla campagna alla "città", pagata per lasciare le proprie abitazioni e andare ad arricchire il numero di residenti dei paesi maggiori vicini.


Ci troviamo in un bosco e certo non possono mancare le bellezze naturali, piante di varie specie tra cui il pino nero, abete rosso, cipresso dell'Arizona, cespugli di rose selvatiche, ginepri e campi abitati da mucche al pascolo.




Scendendo, il sentiero si ricongiunge con il primo di cui ho detto sopra e si incontrano campi e orti di diverse aziende agricole. Siamo ormai alla fine del percorso, "L'anello di Corzano". Pochi metri dopo arriviamo a Bagno di Romagna dove la strada finisce a lato di una pizzeria e vicino al "Fosso della Cappella".


Dopo una visita a Bagno, è possibile prendere la pista ciclo-pedonale che fiancheggia la strada, caratterizzata dal colore rosso, che ci riporta a San Piero.

Buon tour!!


Sunwand

lunedì 19 marzo 2012

Sfida_I 10 piaceri semplici dell'anima


Tornata!!!

Saranno stati i due giorni a Venezia, il ritorno all'università denso e carico di consegne e revisioni, la preparazione della veglia di Quaresima zonale...Insomma...non sono stata molto presente nonostante abbia bazzicato qua e là tra i blog che leggo!
Ritornata nella mia amata pagina, nel mio adorato blog, non potevo far altro che onorare una sfida accettata, lanciatami da Alessandra di Quello che mi manca!

La sfida consiste nell'elencare 10 semplici piaceri dell'anima.
Cosa vi rende dolce, più o meno quotidianamente, la vostra esistenza?
Eccomi al via!

1) Caffèlatte alla mattina mentre chiacchiero con chi ho attorno
2) Coccole con la mia dolce metà
3) Pregare mentre sento Gesù come un amico che ho accanto
4) Caffè al bar-pasticceria durante la pausa pranzo
5) Aperitivo all women mentre si sparano taaaaante cavolate
6) Rincontrare una persona cara dopo molto tempo
7) Sentirmi utile
8) Ammirare un paesaggio o un panorama
9) Sognare ad occhi aperti l'agognata settimana di vacanze estive con il mio Lui
10) Armarmi della mia digitale e scorrazzare in giro immortalando bellezze naturali

E ora che mi dite?
Quali condividete, quali proprio non vi appartengono?

Adesso la sfida va rilanciata ad altri/e 5 blogger!

Luce di Rimmel e Nutella
Mathilda di Mathildastillday
Francesca di La contorsionista di parole
Il sommo merliniano di Il Mago
Iole di Iolecal

La accettate?:)

Sunwand

giovedì 15 marzo 2012

Libri



Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.

Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.

Hermann Hesse - La felicità, versi e pensieri

domenica 11 marzo 2012

Sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto



Se saprai starmi vicino,
E potremo essere diversi,
Se il sole illuminerà entrambi
Senza che le nostre ombre si sovrappongano,
Se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
E insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
E non il ricordo di come eravamo,
Se sapremo darci l’un l’altro
Senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
Se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…

Allora sarà amore
E non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda

sabato 10 marzo 2012

La necessità dell'amicizia



(l’amicizia)..è una virtù o è accompagnata da virtù, ed è, inoltre, radicalmente necessaria alla  vita. Infatti, senza amici, nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni; anzi si ritiene comunemente che siano proprio i ricchi e i detentori di cariche e di poteri ad avere il più grande bisogno di amici: infatti, quale utilità avrebbe una simile prosperità, se fosse tolta quella possibilità di beneficare che si esercita soprattutto, e con molta lode, nei riguardi degli amici? Ovvero, come potrebbe essere salvaguardata e conservata senza amici? Quanto più è grande, infatti, tanto più è esposta al rischio. E nella povertà e nelle altre disgrazie gli uomini pensano che l’unico rifugio siano gli amici. Essa poi aiuta i giovani a non commettere errori, i vecchi a trovare assistenza e ciò che alla loro capacità d’azione viene a mancare a causa della debolezza, ed infine, coloro che sono nel fiore dell’età  a compiere le azioni moralmente belle: "Due che marciano insieme...", infatti, hanno una capacità maggiore sia di pensare sia di agire.
… E non solo è una cosa necessaria, ma è anche una cosa bella: infatti, noi lodiamo coloro che amano gli amici, anzi si ritiene che l’avere molti amici sia qualcosa di bello; ed inoltre, si pensa che sono gli stessi uomini che sono buoni ed amici.

Aristotele - Etica a Nicomaco - Libro VIII - 1. Necessità dell’amicizia. Dottrine sull’amicizia

giovedì 8 marzo 2012

Donne, du-du-du


Ed eccoci con la festa delle donne!
Altro anno di mimose e sdolcinatezze, di donne a cui nulla più ormai interessa e altre, già belle che attempate, pronte ad infilarsi dritte dritte in qualche locale con evento programmato e spettacoli di spogliarellisti e quant’altro.

Che tristezza!
La giornata internazionale della donna non dovrebbe essere, inoltre, solamente un’occasione volta a ricordare e a rinvangare il passato e a porsi questioni geografiche; non dovrebbe essere “solo” un’occasione per  toccare con il pensiero le donne nate con la sfortuna di trovarsi in un paese o in uno stato che le priva di elementari diritti, che le degrada a mezze persone, che le ingiuria e le punisce perché sono semplicemente donne.
Anche “in casa nostra”, ragazzuole belle, ce ne sono diversi di problemi! …Problemi in senso eufemistico, ovvio! 
Innanzi tutto il POSSESSO-GELOSIA: omicidi e violenze...leggendo qua e là ho trovato che secondo un’indagine Eurispes tra il 2009 e il 2010 su 235 omicidi domestici, 103 hanno riguardato delitti commessi da marito o convivente (63%), fidanzati o ex amanti (15%), ex coniuge o convivente (8%). Altro? Da gennaio sono 28 i casi finiti in tragedia. Wow.
Altri soprusi e dinieghi sono legati all' AMBITO LAVORATIVO. Credo che questo non sia cosa nuova. Qualcuna si è mai sentita dire che non ti assumono perché sei giovane, hai il ragazzo e potresti rimanere incinta...ehm...è capitato a mia cugina.

Perché poi nascono tutti i soprusi?
Non posso fare a meno che pensare alla mancanza di fiducia, al non essere considerate degne di specifici ruoli, all'essere private di diritti, al non essere prese in considerazione...vabbè.
Ma cosa vogliono veramente le donne?
Vogliono sicurezza, vogliono sincerità, voglio una persona che le ami e le rispetti per le loro scelte, qualcuno con la testa sulle spalle, qualcuno che si fidi di loro e, soprattutto, vogliono che le lasci lo loro LIBERTÀ!

Sunwand

lunedì 5 marzo 2012

Né un soldo né un uomo


La mattina presto abbiamo l'abitudine, qui nell'ospedale di Emergency a Kabul, di dare una occhiata ai titoli dei quotidiani su Internet. Dalla prima riga dell'editoriale del Corriere del 2 febbraio vengo a sapere di essere un Signor Né- Né, neologismo coniato dal Signor Francesco Merlo nel commentare la dichiarazione di Armando Cossutta di non essere «né con Saddam né con la guerra».
Così, additato come Signor Né-Né, ho cercato di capire meglio chi sono e come la penso leggendo il resto dell'articolo. Dopo poche righe ho scoperto - e mi ha sorpreso - di essere una «scoria del pacifismo», una «serpe», anzi un «lupo», di più, una astuta «volpe». Mancavano il dobermann, il grizzly e lo squalo bianco, ma mi sono preoccupato lo stesso, specie dopo aver saputo, qualche riga più sotto, di essere uno che «solletica il "me ne frego" irresponsabile, il qualunquismo».

Perbacco, mi sono detto, o qualcosa di simile. Se ha ragione il Signor Merlo sono davvero in una brutta situazione. Così ho deciso di verificare se la penso davvero come il Signor Né-Né.
«Né con lo Stato né con le Br»: no, qui il signor Merlo si sbaglia. Da sempre odio il terrorismo, sono stato contro le Br e per lo Stato. Lo sarei ancora oggi, in un momento in cui mi sembra che lo Stato italiano e le sue istituzioni siano orientati in direzioni che non apprezzo.
Rincuorato dal non essere almeno quel tipo di Signor Né-Né, ho continuato la lettura.
«Né con la Resistenza né col fascismo»: anche qui - ma come è possibile? - il Signor Merlo si sbaglia. Io sono sempre stato antifascista e ho un grande rispetto, e anche una grande passione, per lo spirito della Resistenza che ha portato, tra l'altro, ad elaborare la Costituzione del mio Paese.

E sono talmente attaccato a quei valori e alla Costituzione, che mi ha indignato il vedere che vari governi italiani – di centrosinistra e di centrodestra - hanno in passato deciso di portare il mio Paese in guerra votando contro la nostra Costituzione, che sento anche mia.
«Né con Hitler né con gli ebrei»: come va giù pesante, Signor Merlo. Io sono nato dopo la Seconda guerra mondiale, non ho ricordi diretti ma ho ascoltato storie, letto libri, visitato luoghi. Mi è capitato di piangere sui luoghi dell'Olocausto - tra le tragedie più grandi nella storia dell'uomo - come mi è successo anni dopo visitando Ground Zero, e in altri luoghi a Lei sconosciuti. Non sono mai stato dalla parte di Hitler - in questo concordo - ma sto, per motivi che le sarebbero incomprensibili, dalla parte delle vittime. Dalla parte degli ebrei e di tutti gli altri massacrati con loro dalla follia nazista. Per le stesse ragioni sto dalla parte delle vittime del terrorismo. E della guerra, Signor Merlo, che è la più diffusa forma moderna di terrorismo.
E' scandalizzato, Signor Merlo, da questa affermazione? Provi lei a trovare parola più adatta che «terrorismo» per descrivere una «attività umana» - quale è la guerra - che uccide e mutila e ferisce e
annichilisce esseri umani, il novanta per cento dei quali civili innocenti.
Guerra a Saddam, l'anno scorso c'erano i Talebani e Osama, qualche altro «mostro» è già in fabbricazione. Avanti, alle armi, bombardiamo tutti, per i prossimi cinquant'anni. Ogni volta, alla fine di una delle guerre contro i «mostri»... il mostro è ancora lì. Mentre almeno il novanta per cento delle vittime delle guerre sono civili. Povera gente, che si vede innaffiata di bombe perché il suo Presidente, di solito, è un dittatore in disgrazia che ha litigato con gli alleati di prima.

«Effetti collaterali» vengono chiamate, non so se anche lei abbia usato quel termine. Spero di no. Perché sono certo, Signor Merlo, che lei si indignerebbe, e soffrirebbe anche molto, nel sentire liquidare la morte di suoi familiari sotto un bombardamento come «effetto collaterale».

Novanta per cento di vittime civili: è un dato statistico, Signor Merlo, come lei ben sa. Di tutte le guerre nell'ultimo mezzo secolo.

Ero quasi sicuro, a questo punto, di non avere alcuna delle caratteristiche del Signor Né-Né, e invece mi è arrivata la mazzata: «Né un soldo né un uomo». Ebbene, lo ammetto pubblicamente, su questo punto sono un Signor Né-Né. Credo infatti che l'Italia non dovrebbe fornire né un soldo né un uomo a nessuna guerra. Anzi credo che il Parlamento italiano dovrebbe condannare la guerra - non dovrebbe essere difficile, la Costituzione la «ripudia» - e starne rigorosamente fuori.
Mi piacerebbe, glielo confesso Signor Merlo, che qualche membro del Parlamento presentasse una mozione proprio come l'ha suggerita lei: «né un soldo né un uomo» per la guerra. Ci aggiungerei solo «e neppure una base aerea né un permesso di sorvolo». Vorrei l'Italia fuori dalla guerra, vorrei vedere etica e umanità, e senso di giustizia, nella classe politica italiana. Vorrei l'Italia fuori dalla barbarie.

Forse vale la pena di parlare della barbarie, Signor Merlo.
Nel 1996 Madeleine Albright, allora Ambasciatore Usa all'Onu prima di diventare Segretario di Stato, fu intervistata dalla televisione americana Cbs sull'embargo all'Iraq. «Abbiamo sentito che mezzo milione di bambini sono morti in conseguenza all'embargo. Ne valeva la pena, era necessario?» chiede l'intervistatore.

Risponde la Albright: «Penso che questa sia una scelta molto dura, ma la posta in gioco... we think the price is worth it ». Pensiamo che per quella posta ne sia valsa la pena.
La barbarie, appunto. Vede, Signor Merlo, io credo che un cervello umano normale, di fronte alla domanda «valeva la pena di ammazzare mezzo milione di bambini?» non possa rispondere «Sì».
Se invece qualcuno lo fa, come ha fatto la Signora Albright, se risponde «Sì, ne è valsa la pena», io le assicuro, Signor Merlo, di non aver più bisogno di inventarmi mostri esotici con i quali guerreggiare: il mostro è già lì davanti ai miei occhi.
E' stato talmente disumano quel progetto di distruzione dell'infanzia irachena che due responsabili dell'Onu si sono dimessi «per non essere complici di un genocidio». Cinquecentomila bambini sono stati uccisi in Iraq tra il 1991 e il 1998 a causa dell'embargo, come confermano rapporti dell'Onu, documenti accessibili a tutti.

A proposito, di questo ha mai scritto nei suoi editoriali, Signor Merlo?
O crede anche lei che ne sia valsa la pena? In ogni caso, avendo confessato di essere un Né-Né, almeno su una questione, mi è venuta anche qualche curiosità. Perché vede, Signor Merlo, i suoi Né-Né sembrano un pugno di fanatici furbastri, che hanno optato per «il modo peggiore, il più ipocrita di stare con Saddam».
Anzitutto mi piacerebbe sapere quanti italiani sono dei Né-Né. Quanti di noi sono contrari alla guerra all'Iraq, a quanti di noi fa schifo la prospettiva di un nuovo massacro per il petrolio, senza perciò essere sostenitori di Saddam Hussein? Perché non ce lo dice, Signor Merlo? Lei ha accesso alle fonti, lei è l'informazione. A me, che sono semplicemente un chirurgo, risulta che ben oltre i due terzi degli italiani sono contrari alla guerra. A lei? Questo almeno potrebbe farcelo sapere, ci sarebbe utile, sapere quanti siamo.

Invece no. Lei preferisce il dileggio, l'insulto; e la retorica: «E' vero infatti che noi occidentali sappiamo che il pacifismo assoluto è un'utopia infantile, perché la storia delle relazioni internazionali è fatta di guerre, e le paci vanno difese con le armi perché rappresentano la guerra in riposo». Ma lei, Signor Merlo, è sicuro di poter spendere concetti di questo calibro a nome di «noi occidentali»? «Liberiamoci, dunque, del signor Né-Né. Per una volta, smascheriamolo "prima"». Ecco: smascheriamolo, andiamo a vedere il pericoloso filoterrorista nemico della sicurezza mondiale che si cela sotto le sembianze di Rosy Bindi.

Il che, nel codice di un certo giornalismo, significa di solito via libera all'insulto, alla menzogna, alla calunnia preventiva: smascheriamolo «prima».
Mi spiace, Signor Merlo, è troppo tardi.
Già dal 15 febbraio, lei si accorgerà - ma in fondo lei lo sa già, è che non le va di scriverlo, o a qualcuno non va che lei lo scriva – di quanti Né-Né ci sono in Italia e in Europa.
Sa, Signor Merlo, ho l'impressione che il partito della guerra del petrolio - quello di Bush junior della Harken e di Bush papà del Carlyle Group (dove stanno anche un po' di parenti stretti di Osama), quello di Dick Cheney della Halliburton, di Condoleezza della Chevron, di Rumsfeld della Occidental, il vertice della «grande democrazia americana» tanto per capirci - non passi un gran momento. Forse nemmeno gli amici «dell'amico George» sono messi molto meglio. Vorrebbero portare l'Italia in guerra, un'altra volta, e la gente non ne vuol sapere. Imbavagliano l'informazione in modo da renderla indistinguibile dalla propaganda – ne sa qualcosa, Signor Merlo? - oppure la gente non li ascolta. Rendono i telegiornali molto simili alina presto abbiamo l'abitudinepure le persone continuano a pensare, a riflettere, a porsi domande.
Arrivano al punto di predire la distruzione di Firenze in diretta tv, e un milione di persone sfila pacificamente e solidarizza coi cittadini, tutti insieme contro la guerra.
Che cosa sta succedendo, Signor Merlo, i Né-Né sono sfuggiti di mano, hanno opinioni diverse da quelle degli «opinionisti»? A un attento editorialista come Lei suggerirei di stare a vedere cosa succederà in Italia, Signor Merlo, se il Governo proporrà di entrare in guerra violando la Costituzione e se il Parlamento lo deciderà, votando contro l'opinione dell'ottanta per cento dei cittadini italiani. Ho come la sensazione che non filerà via liscia, che i cittadini si siano stancati di fare da telespettatori, che i padroni delle testate debbano rassegnarsi a non essere anche padroni delle teste...

Gino Strada, chirurgo di guerra, fondatore di Emergency

Corriere della Sera, 2003

sabato 3 marzo 2012

Mi sei scoppiato dentro al cuore



Era
solamente ieri sera
io parlavo con gli amici
scherzavamo tra di noi
e tu, e tu, e tu,
tu sei arrivato
m'hai guardato e allora
tutto è cambiato per me
Mi sei scoppiato
dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva
all'improvviso per te
Ora
io non ho capito ancora
non so come può finire
quello che succederà
ma tu, ma tu, ma tu,
tu l'hai capito
l'hai capito ho visto
eri cambiato anche tu
Mi sei scoppiato
dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva
all'improvviso per te
Mi sei scoppiato
dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva
all'improvviso per te

Mina - Mi sei scoppiato dentro al cuore


venerdì 2 marzo 2012

Dobbiamo conservare la vita



Dobbiamo non soltanto non uccidere, ma – se è possibile – conservare la vita [...] tenete gli occhi aperti: non perdete occasione di essere misericordiosi. Perciò, non ignorate con noncuranza il povero insetto caduto in acqua, ma pensate che cosa significhi lottare per non affogare. Aiutatelo dunque, servendovi di un uncino o di un legnetto; e se poi si pulirà le ali, vi mostrerà qualcosa di meraviglioso: la fortuna di aver tratto in salvo la vita... di aver agito per incarico e per conto dell'onnipotenza di Dio. Il verme smarrito sulla terra dura muore perché non può penetrarvi. Voi deponetelo su un terreno ricco o sull'erba: «Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l'avete fatto a me». Queste parole di Gesù si applicano a ogni nostra azione nei confronti delle creature inferiori. 

Albert Schweitzer - La melodia del rispetto per la vita. Prediche di Strasburgo
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